Se volete avere un’idea di come funziona il mondo, Breve storia di (quasi) tutto è il libro che fa per voi. Scritto da Bill Bryson, tradotto in italiano da Mario Fillioley e pubblicato da TEA, questo libro è un condensato del sapere scientifico su una moltitudine di argomenti quali astronomia, fisica, chimica, biologia, paleontologia, geologia e molto altro.
Bryson, originario dell’Iowa, è innanzitutto un giornalista e scrittore di narrativa particolarmente attivo nella letteratura di viaggio, con pubblicazioni come America Perduta e Una passeggiata nei boschi, le quali l’hanno reso celebre tra il grande pubblico statunitense. In Breve storia di (quasi) tutto, vincitore nel 2004 del Premio Aventis per la divulgazione scientifica, Bryson si trasforma in divulgatore scientifico, affrontando l’arduo compito di raccontare la “storia di (quasi) tutto”. Ma non si tradisce, non si allontana dalla letteratura di viaggio a lui tanto cara: infatti, l’autore ci accompagna passo dopo passo in un viaggio dentro la scienza che scopriremo essere avventuroso e pieno di colpi di scena.
Il punto di partenza di questa avventura è una serie di domande apparentemente semplici: perché il mare è salato? Come si determina l’età delle rocce? Come si calcola il peso della Terra e cosa c’è al suo centro? Come e quando è cominciato l’universo? Quale aspetto aveva quando è iniziato? Rispondere a queste – e a molte altre – domande ha richiesto tre anni di lavoro, durante i quali Bryson ha letto, studiato e intervistato esperti e scienziati nelle più svariate discipline scientifiche.
Ma Breve storia di (quasi) tutto non è soltanto un elenco di risposte, di fatti e di scoperte scientifiche. Come recita il titolo, esso è una storia, anzi, una raccolta di storie. L’autore ci accompagna per mano tra le intricate strade della scienza, presentandoci i protagonisti più influenti del pensiero scientifico moderno; ci racconta le loro vite, spesso messe in secondo piano rispetto alle loro scoperte, restituendo agli scienziati la loro perduta umanità. È così che riporta alla luce le storie di personaggi finiti nel dimenticatoio, ma che hanno avuto un ruolo fondamentale negli avvenimenti scientifici. Di questi, Bryson ci svela gli interessanti retroscena che nella maggior parte delle volte non vengono raccontati nei libri di testo e nelle riviste scientifiche.
È qui che il mestiere di giornalista incontra quello dello scrittore di viaggio. È qui che Bryson sfoggia le sue qualità migliori, affrontando anche le tematiche più difficili con il suo inconfondibile stile, contraddistinto da umorismo e grande autoironia. Il linguaggio è semplice e chiaro, tanto che leggendo questo libro si ha l’impressione di prendere un caffè assieme all’autore mentre lui ci racconta di come è fatto il mondo.
I saggi scientifici non hanno la fama di essere particolarmente coinvolgenti ma, grazie al suo stile, Bryson rende il suo Breve storia di (quasi) tutto più simile a un romanzo, facendolo diventare uno dei saggi più appassionanti che io abbia mai letto. Pagina dopo pagina scopriamo come ogni capitolo abbia un collegamento con quello precedente, in un racconto che non perde di coerenza e fluidità.
Un altro grande punto di forza è costituito dalle dettagliate note e dalla ricca bibliografia al termine del libro: più di cinquanta pagine di consigli di lettura che il lettore potrà utilizzare per approfondire le tematiche che maggiormente lo affascinano. Di grande valore il fatto che nella bibliografia vengono riportate anche le edizioni italiane ai testi originali.
Se proprio devo trovare qualche difetto, mi è sembrato che Bryson abbia tenuto il punto di vista un po’ troppo concentrato sulla scienza fatta negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dando largo spazio a scienziati di queste nazionalità. Ma è un difetto di poco conto, se si pensa all’opera monumentale che ci troviamo fra le mani.
Breve storia di (quasi) tutto è un libro per tutti, dai ragazzi agli adulti. Mi sento di consigliarlo anche agli insegnanti di scienze, perché le storie che Bryson racconta sapranno senz’altro appassionare gli studenti. Ma, soprattutto, questo libro è consigliato a tutte quelle persone che vogliono conoscere un po’ meglio il pianeta che ci ospita. Perché solo conoscendolo un po’ di più potremo davvero amarlo e proteggerlo.
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