L’Irlanda è piena di luoghi semi nascosti ma ricchi di un fascino incredibile. Spesso per raggiungerli, è necessario percorrere strade strette mono-corsia, spesso tortuose a picco sul mare o a ridosso di alte montagne. È il caso per esempio della Falmore Upper Rd nel cuore della contea del Donegal. Questa stretta stradina parte dal piccolo paese – o meglio la piccola località – di Maghery e si inerpica per le alture a picco sul mare della Crohy Peninsula, costeggiando l’oceano con vedute dal fascino senza tempo. Il percorso è piuttosto tortuoso e può forse spaventare chi non è abituato a spazi stretti. Ma, se si affronta con il giusto spirito, è di una bellezza asfissiante.
Curva dopo curva, il paesaggio sembra offrire sempre qualcosa di nuovo. Dopo qualche chilometro dall’abitato di Maghery, una di queste curve nasconde dietro di se una meraviglia naturale, quasi nascosta all’occhio del distratto viaggiatore. A un certo punto, infatti, dopo una curva a sinistra leggermente in salita se si volge lo sguardo verso l’oceano, si intravvede quello che a prima vista potrebbe sembrare un grande faraglione.
Ma a uno sguardo più attento questo monumento del mare si rivela per quello che è realmente: un gigantesco arco di roccia che si erge quasi solitario nelle scure acque dell’Atlantico a diversi metri dalla riva.
Si tratta di Na Brìstì, come lo chiamano i locali in gaelico. Meglio conosciuto come Crohy Head Sea Arch (arco marino di Crohy Head), nella lingua originale il suo nome significa “pantaloni”, per via della sua somiglianza a un paio di calzoni. Alto 25 metri, l’arco è costituito da una roccia dura e metamorfica chiamata quarzite. Circa 600 milioni di anni fa questa quarzite era la sabbia di un’antica scogliera che poi, a causa delle alte pressioni causate dal muoversi delle placche tettoniche, si è compattata formando le straordinarie strutture che ammiriamo oggi.
La zona nei dintorni dell’arco è anche conosciuta perché era la sede di una vecchia miniera attiva dal 1861 fino al 1947 per l’estrazione di pietra ollare. Osservando attentamente sono ancora presenti alcuni resti delle rovine di queste miniere.
Ma quello che impressiona di più è la quasi perfetta forma dell’arco e la straordinaria armonia che esso forma assiema agli altri scogli e faraglioni. Durante i momenti di bassa marea, la spiaggia sassosa compare in tutta la sua magnificenza, mostrando pietre, scogli, massi ognuno con una forma e un colore diversi. Anche la roccia della scogliera esibisce forme particolari, con linee e colori che sono un vero e proprio paradiso per chi sa apprezzare questi luoghi.
Raggiungere l’arco non è difficile, ma non è neppure una passeggiata spensierata. Ci sono diversi fattori da tenere in considerazione. In primo luogo è necessario prestare attenzione alla marea. Quando essa è alta quasi tutta la spiaggia sassosa viene sommersa quindi scendere fino alla base dell’arco è impossibile oltre che estremamente pericoloso per le frequenti mareggiate che caratterizzano le coste irlandesi. Da non dimenticare, infatti, che siamo di fronte all’Oceano Atlantico in tutta la sua potenza.
In secondo luogo è obbligatorio tenere sempre sotto controllo le previsioni meteorologiche. Infatti, dato il clima atlantico che caratterizza queste coste e l’Irlanda in generale, non è raro che una giornata partita con il sole si trasformi in pochi minuti in una caratterizzata da violenti nubifragi e raffiche di vento oltre i 100 km/h. Pioggia e vento possono essere un problema per scendere fino al Crohy Arch perché l’ultimo tratto è dapprima su sentiero erboso molto scivoloso e, poi, la discesa viene fatta su uno sperone di roccia di una decina di metri. In questo punto, forse il più delicato dell’intera escursione, una scivolata potrebbe rivelarsi fatale o quantomeno molto dolorosa. Per superare questo salto di roccia sono presenti alcune corde – almeno c’erano ad agosto 2022, periodo della nostra visita all’arco – ma sono tutte piuttosto logore (come detto, le condizioni meteo qui sono piuttosto estreme) quindi meglio non fare molto affidamento.
Io e Lara visitammo l’arco Na Brìstì durante una giornata di agosto del 2022. La giornata era iniziata più o meno così com’era finita quella precedente: grigia, con una leggera pioggia e un po’ di vento. Insomma, una normalissima giornata sulle coste atlantiche irlandesi! Il programma per quella giornata era di visitare l’arco durante la mattina e poi spostarci più verso sud dove le previsioni davano qualche possibilità di schiarita per il tramonto.
Arrivati a Maghery abbiamo imboccato con il nostro van la stretta Falmore Upper Road che inizia ad inerpicarsi su per la scogliera a picco sull’oceano. Dopo qualche chilometro abbiamo raggiunto il punto dal quale parte la traccia di sentiero per raggiungere l’arco. Al momento il meteo era buono, nel senso che fortunatamente non pioveva e il vento era stranamente diminuito. Decidemmo quindi di tentare la discesa.
Dopo aver attraversato il prato si raggiunge un balcone panoramico dal quale si ha una vista dall’alto davvero impressionante dell’arco e di tutta la costa della Crohy Head. Da quel punto la discesa inizia a farsi più ripida e il sentiero comincia a serpeggiare giù per la scogliera. Durante il percorso incontrammo due ragazzi che risalivano e che ci diedero alcuni consigli sia su come affrontare la discesa su rocce sia su dove posizionarci per fotografare al meglio l’arco e i suoi dintorni.
Quest’ultimo tratto si è reso particolarmente impegnativo perché rocce ed erba erano bagnati dalla pioggia della mattina e dagli spruzzi d’acqua dell’Atlantico sospinti fin li dal vento.
Finalmente, quando i piedi raggiunsero i sassi sulla spiaggia appena sotto l’arco, tutte le ansie svanirono e rimase solo la meraviglia di quello che stavamo vedendo. Ecco come si presentava la scena in quel momento.
Canon EOS 5Ds R | Canon EF 16-35mm f/4L @16mm | f8 | 1/13 s | ISO 100 | treppiede | filtro GND 0.9
Qualche minuto dopo, giusto il tempo per qualche foto di rito, iniziò a piovere piuttosto insistentemente. Era il segnale che dovevamo andarcene.