Qualche anno fa, quando timidamente ho iniziato ad avvicinarmi alla fotografia di paesaggio, era mia abitudine ogni volta che ammiravo una bella fotografia il cercare i dati exif. Non tanto per i dati di scatto in se, quanto invece per sapere con che macchina fotografica ed obiettivo era stata scattata. L’idea iniziale era che certe immagini, soprattutto quelle con un’ottima luce, l’inquadratura perfetta e, perché no, una buona dose di post-produzione, potessero essere state prodotte soltanto con apparecchiature professionali.
Probabilmente questa fase l’abbiamo vissuta tutti noi fotoamatori: è il periodo della scoperta della tecnologia, quando si passano giornate a leggere recensioni di obiettivi, studiare le specifiche dei sensori, osservare con minuziosa attenzione i crop al 100% di fotografie-test, eseguire test delle pile, del rumore ISO e, insomma, diventare estremamente esperti di ogni genere di apparecchio fotografico.
Tuttavia, con il passare del tempo, fortunatamente le cose cambiano: le giornate si trascorrono da qualche parte a fotografare e, lentamente, si perde quasi il contatto con il proseguo della tecnologia. Ora come ora, quando vedo una foto che mi colpisce, non penso neanche lontanamente con quale apparecchio è stata scattata, con quali dati di scatto, eccetera. Piuttosto cerco di capire come è stata fatta: le caratteristiche del luogo, lo studio della luce che deve aver fatto l’autore, la gestione della luce stessa, le tecniche usate in camera chiara.
Sfortuna vuole che per molte persone non è così. Tra i fotoamatori ho notato che spopola l’idea di “avercelo più grosso” (si parla dell’obiettivo!), come per dire che le belle foto si fanno con almeno 5000 euro di attrezzatura. I personaggi in questione, poi, vantano nel proprio portfolio scatti che, poverini, potrebbero essere stati eseguiti con qualche compatta. Altre volte, poi, ho assistito a scene del tipo fotografie incorniciate e la firma sulla cornice era… il nome della macchina fotografica! Oppure: viene pubblicata una fotografia mediocre (se non di scarso profilo) e come didascalia ci si mette l’attrezzatura utilizzata (chiaramente chi ha speso 5000 € per un macchina fotografica deve in qualche modo farlo sapere). Se questo avviene in un forum/community, poi, i commenti del tipo “bellissima foto, complimenti!” si sprecano.
Suggestione? Opinioni sincere? Timori reverenziali? Non lo so. A volte penso che molte persone si comprino grandi attrezzature soltanto per far vedere di essere vicini al professionista. Un’altra spiegazione potrebbe essere l’auto-convincersi che le proprie fotografie siano belle proprio perché scattate con quell’apparecchio. Oppure: avere tutta una schiera di obiettivi serie L serve come “arma” di difesa – che vuoi criticare a uno che scatta con una 1DsIII + 400 f/2.8? C’è anche chi spende migliaia di euro in attrezzatura per essere più “figo” degli altri, così quando si va in giro a fare le foto assieme, tutti vedono, ammirano, invidiano la sua macchina fotografica o il suo obiettivo. E’ brutto dirlo, ma è normale: ogni essere umano ha bisogno di stare al centro dell’attenzione, almeno per un po’ (le donne, ad esempio, fanno a gara con scarpe, borse e vestiti)!
Quello che penso, sinceramente e senza fare un torto a nessuno, è che i fotoamatori in questione non abbiano la reale necessità di una macchina grossa o di un obiettivo super luminoso. Penso piuttosto che ormai siamo bombardati 24h/24 da una campagna commerciale (anche non direttamente da parte delle case produttrici) e il povero fotoamatore, spaesato, si lascia ingannare dai vari “guru” che sparano giudizi affrettati su apparecchiature che manco hanno provato – magari sono gli stessi personaggi che passano le giornate a studiare le specifiche dei sensori ma che non sanno cosa sia l’iperfocale. Così il malcapitato si trova dentro ad una sorta di “tunnel commerciale” che gli impedisce di pensare che, forse, ciò che ha gli basta, ma che invece lo porta ad acquistare materiale sempre più costoso, quasi fosse “drogato” di tecnologia.
E invece… scommetto che la maggior parte delle persone che possiede un (ad esempio) 17-40 non l’hanno mai utilizzato sotto la pioggia, in mezzo ad una bufera di neve a 15 o anche 20 gradi sotto zero. Parlano di “tropicalizzazione” ma se gli chiedi “funziona?” ti rispondono “usato solo col sole d’estate”. Chi poi vanta di possedere macchine full-frame scommetto che non capirebbe nemmeno lontanamente la differenza tra un RAW di un’APS-C e quello di una FF. Chi ha una macchina con una raffica da 10 foto al secondo forse non l’ha manco mai usata, se non alla partita di calcio del figlio. E l’ISO espandibile a 25000? Usato soltanto una volta alla recita della figlia – ma le foto erano venute tutte rosse e sono da cestinare.
Per concludere, la mia riflessione non è una questione di “invidia”, piuttosto una provocazione per far capire che la macchina fotografica è il mezzo attraverso il quale si fa fotografia, non è essa stessa la fotografia. Ritengo che comprare una macchina fotografica più evoluta di quella che si possiede deve essere una scelta dettata dal fatto di aver riconosciuto e raggiunto il limite della propria apparecchiatura. Quando si inizia a spremere al 150% l’attrezzatura e ancora non si ottengono i risultati voluti – badate bene, non per demerito del fotografo o della luce – ecco che il passare ad un modello superiore è un passo quasi obbligato. Non per fare la morale a nessuno (ovviamente ognuno fa quel che vuole ci mancherebbe) ma credo che a volte bisognerebbe fermarsi e riflettere sul vero significato di “attrezzatura fotografica”.
bellissimo quello che hai scritto…io mi sto avvicinando ora…purtroppo in eta’ avanzata al mondo della fotografia…ti ammiro molto e amo molto la tipologia di foto che fai…mi piacciono i tuoi paesaggi il modo che hai nel raccontarli…le tue sfumature e i tuoi colori.
Vorrei tanto un giorno riuscire ad avvicinarmi solo un po’ al tuo modo di far fotografia…e ad essere obbiettiva come lo sei tu ora….è vero…le foto si fanno col cuore…la mente serve solo per spostare nel giusto modo i bottoncini che abbiamo davanti…
Complimenti….e continuero’ a seguirti
Ciao Marisa, ti ringrazio di cuore per le belle parole. Questo articolo è di archivio, ma queste cose le penso tuttora. La macchina è il mezzo per raggiungere lo scopo finale, ovvero (secondo me) comunicare un’emozione attraverso un’immagine.
Grazie di nuovo,
M.